| Premesso che vanno prese per quello che sono, sempre nel web ho trovato un sito con "pillole di grafologia".
Cosa rappresentano i margini? Noi scriviamo da sinistra verso destra e, a mano a mano che procediamo, ci lasciamo "alle spalle" quanto già scritto. Allo stesso modo, noi viviamo lasciandoci alle spalle il passato, il già vissuto e guardando avanti verso il futuro, il nostro "foglio ancora da scrivere". Il margine sinistro, dunque, rappresenta il distacco dal passato; viceversa, il margine destro suggerisce l’idea del distacco dal futuro. Vediamo il significato di due casi estremi.
MARGINI AMPI E SIMMETRICI Raramente i margini sono totalmente simmetrici. In questo caso, il soggetto è una persona ordinata, precisa: ma è anche una persona "staccata" dal passato, dalla famiglia di origine ed altrettanto dal futuro, cui si tiene "a distanza controllata". È una persona che si impone delle misure: la grafia sembra ritagliata nel foglio: è come se la persona si "ritagliasse" un suo spazio nel presente, spazio da lei scelto per vivere, al di fuori del quale ha paura di avventurarsi. Molto spesso, l'ordine maniacale di certe persone che non sopportano di trovare oggetti spostati dal luogo scelto, rivela il loro timore dell'imprevisto e il timore di trovarsi in un contesto diverso dall'usuale in cui non si riconoscono più.
ASSENZA DI MARGINI L'assenza di margini rivela spontaneità o, se lo scritto è inestetico, invadenza. Nel secondo caso, il soggetto si comporta come chi "sgomita" negli autobus, nel tentativo di farsi largo per star più comodo, senza curarsi delle esigenze altrui. Allo stesso modo, scrivendo, usa tutto lo spazio che gli è consentito dal foglio, incurante dell'estetica dello scritto, per impedire qualsiasi ingerenza esterna. Però significa anche che il soggetto, attaccato al suo passato in modo quasi morboso ed esclusivo, si catapulta verso il futuro quasi senza respirare, e ha paura che le ore del giorno non gli bastino per completare quanto si è prefisso. In più, se la grafia è accartocciata su se stessa, denota una persona che "gira a vuoto", che occupa ore ed ore per fare qualcosa per cui basterebbe molto meno tempo; se invece la scrittura è lanciata, cioè sembra fluire sul foglio, la persona corre verso la meta che si è prefissa, badando al fine più che ai mezzi, senza farsi distogliere da ciò che può trovare sul suo cammino.
Il senso logico nella scrittura La logica è la capacità della persona di trarre delle conclusioni dopo aver analizzato dei presupposti. Ciò comporta capacità di analisi e, soprattutto, di sintesi. In grafologia si esprime con una scrittura fluida (cioè che scorre armoniosamente verso destra), a lettere prevalentemente attaccate. Questo perchè la logica non prevede soluzione di continuità nel suo fluire: ogni stacco viene vissuto come un intoppo, un rallentamento, che rende il ragionare meno stringato. Come sempre però queste caratteristiche non devono essere in eccesso: una grafia con non solo tutte le lettere ma anche le parola attaccate rivela un modo di ragionare caotico, che non riesce a sintetizzare le informazioni in modo coerente. L'individuo logico stacca le parola l'una dall'altra in modo ben chiaro e definito: questo perchè la logica è anche chiarezza, ampiezza di vedute, ordine mentale.
L’intuito e il senso analitico nella scrittura L'intuitivo raggiunge conclusioni, spesso esatte, che apparentemente si sottraggono ad ogni ordine logico. Tutti hanno sprazzi di intuito, però alcuni privilegiano le conclusioni ed i giudizi di questo tipo escludendo il ragionamento classico dalla loro vita. La grafia di queste persone è veloce e le lettere sono prevalentemente staccate tra loro. La ragione è che l'intuito non segue schemi, non deduce opinioni dai fatti, non necessita di ordine o di organizzazione. Non c'è un modo o un tempo per intuire. Le persone con tale scrittura hanno un senso analitico molto spiccato, mentre la sintesi non è il loro forte. Nei casi estremi, le persone arrivano a "perdere il filo" dei propri ragionamenti per un esagerato approfondimento analitico.
Le scritture che vanno in su o in giù La scrittura che va in su È il modo di scrivere cosiddetto "degli ottimisti", di coloro cioè hanno iniziativa, sono intraprendenti, credono in ciò che fanno, e si impegnano per migliorare il proprio stato. L'eccesso, cioè una grafia troppo inclinata dal basso verso l'alto, può indicare una certa invadenza e la tendenza ad imporre il proprio modo di pensare (rifiutando quello degli altri). La grafia moderatamente ascendente rappresenta una persona sicuramente positiva, e che cerca di fare del proprio meglio. La scrittura che va in giù È il modo di scrivere cosiddetto dei pessimisti, di coloro che pensano sempre di sbagliare, di essere perseguitati, sfruttati, colpiti da disgrazie. L'eccesso può indicare stati depressivi. Un segno discendente moderato e non ripetuto nel tempo evidenzia semplicemente uno stato d'animo transitorio di malinconia o di stanchezza.
LAST BUT NOT LEAST (quello che tutte vogliono sapere!!!) "G", la lettera della sessualità: come interpretarla La g è la lettera che dà le maggiori indicazioni sul tipo di sessualità dello scrivente: dalla g (vista nel complesso della scrittura) si può dedurre cioè se il sesso è vissuto con allegria o con sensi di colpa; se è considerato come un “esercizio” divertente o come un mezzo di congiungimento affettivo con l’altro; se viene praticato con assiduità o se non è poi così importante. Si ricavano inoltre delle indicazioni sul tipo di sessualità: se è tradizionale o meno. In particolare, una g "panciuta" indica che lo scrivente usa molta fantasia nell’atto sessuale e, se la pancia è esageratamente gonfia, può darsi che le fantasticherie sostituiscano del tutto la pratica. Se invece il gambo della g è molto lungo e premuto, significa che lo scrivente mette in atto spesso e con ardore la pratica del sesso. Se invece la pancia della g è inesistente (la g assomiglia ad una q) siamo di fronte ad un rifiuto della sessualità: ciò non significa che lo scrivente non fa sesso, ma non che non lo vive con serenità e armonia.
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